L'uso dello spazio nella periferia urbana: un'analisi antropologica.
La periferia urbana è spesso percepita come un luogo caotico e trascurato, lontano dai riflettori della cultura ufficiale. Questo spazio, spesso ignorato, si caratterizza per una rappresentatività variabile e poco convenzionale, rendendo difficile comprenderne la complessità e la dinamicità intrinseca.

Contrariamente ai quartieri di lusso, fortemente sorvegliati e protetti, la periferia si presenta come un'area di libertà incontrollata, un "nonluogo" che sfida le convenzioni e le gerarchie urbane. In questo contesto, è possibile che molti fenomeni di innovazione metropolitana emergano dalla frenesia e dal disordine, diventando culle di controculture pronte a generare cambiamenti sociali significativi. Il suburbio viene considerato uno spazio assente, da nascondere, sempre troppo saturo di indipendenza e "autogoverno", ma è proprio questa libertà la forza di tali spazi urbani.
La vitalità dei "periferici" emerge in modo sorprendente: nonostante l'apparente anonimato e l'appiattimento riscontrabile nell'aspetto dei palazzi e, in generale, nell'urbanistica dei sobborghi, gli abitanti di queste aree sono mossi da una forte spinta verso il confronto e il miglioramento culturale. Nella periferia, l'assenza di un centro definito elimina la gerarchizzazione degli spazi e l'ordine delle funzioni, rendendo difficile orientarsi in un ambiente che si esprime in una varietà di linguaggi: arrangiato, sovrapposto, fluttuante, poliedrico, multicolore e intrigante. In un certo senso, proprio questo venire a mancare di uno schema di riferimenti precisi nell'identificazione fissa o determinata delle varie zone, fa esplodere la creatività. L'appiattimento e la compressione della fantasia vengono, così, ferocemente banditi dagli abitanti dei nonluoghi.
Il concetto di tempo, qui, subisce una metamorfosi. La rapidità e l'irregolarità con cui sorgono nuovi insediamenti, spesso in forme anche anomale, contrasta con la discontinuità della loro evoluzione. Questa incessante ricerca di crescita e espansione caratterizza il quotidiano di molte realtà periferiche. La periferia si distende, ed è sempre più incontrollabile, come già detto. È il caos di una quotidianità accelerata e sempre in movimento.
In questo contesto, la qualità degli spazi influisce profondamente sulla cultura e sul comportamento degli abitanti. Anche se spesso costretti in ambienti angusti e poco gradevoli, gli individui trovano una libertà assente in altri spazi urbani, dove le regole e il controllo statale sono molto più rigidi. Questa situazione crea un clima fertile per la creatività e la costruzione di nuove identità e culture.
In sintesi, la periferia non è solo un'area marginale, ma un crogiolo di idee e innovazioni, un laboratorio sociale che merita di essere esplorato e valorizzato. La sua complessità e la sua vitalità offrono spunti preziosi per comprendere le dinamiche urbane contemporanee.
Riferimenti bibliografici:
Antonella Sportelli, Nonluoghi - Arte e spazio urbano. Tesi di laurea in Antropologia culturale di indirizzo estetico, Accademia di Belle Arti di Bologna, relatore: Roberto
Daolio, 1998/99.
Marc Augé, Nonluoghi (1992), trad. it. Elèuthera, Milano, 1993.
Massimo Ilardi, La città senza luoghi, Costa & Nolan, Genova 1990.
Ulf Hannerz, Esplorare la città - Antropologia della vita urbana.
Edizioni il Mulino, 1992.
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