John Constable - Il mulino di Flatford. La Storia dell'Arte in pillole: descrizione dell'opera e breve interpretazione critica.
AUTORE: John Constable.
TITOLO: Il mulino di Flatford.
DATA DI ESECUZIONE: 1817.
ATTUALE COLLOCAZIONE: Tate Gallery, Londra.
MISURA E TECNICA: olio su tela, cm. 102 x 127.
IL TEMA: Con Il mulino di Flatford inizia la serie di dipinti di grandi dimensioni che hanno per oggetto le bellezze naturali del Suffolk di cui Constable dipinge i canali, i prati, i boschi e i fiumi. Il dipinto è esposto sotto il titolo "Scene su un fiume navigabile" e rappresenta un sereno paesaggio estivo, aperto a destra su un campo illuminato dal sole, mentre l'osservatore è come invitato a percorrere la stradicciola a sinistra che costeggia il fiume, usata per il traino, fino a raggiungere il vecchio mulino di appartenenza paterna e sede di un centro di scienze naturali.
Il dipinto, che potrebbe facilmente scadere nel convenzionale, rivela, invece, l'originalità e il talento del pittore che disegna e dipinge gli alberi nell'armonia delle forme dei tronchi e nella varietà dei colori delle chiome, soprattutto nelle trasparenze della luce e nei riflessi delle ombre. C'è nell'inquadratura e nella composizione come un ritmo avvolgente che sembra conquistare l'osservatore per condurlo nella scena, sull'erba, sotto l'ombra degli alberi, c'è uno straordinario accordo dei toni tra gli ocra del terreno, i verdi teneri del prato, i verdi brillanti delle chiome dei grandi alberi, il rosso dei mattoni del mulino, l'azzurro e i grigi del cielo nuvoloso, il tutto visto attraverso una trasparenza cristallina che rende pure e limpida ogni cosa.
Constable inaugurò, in un certo senso, i metodi che furono adottati dal naturalismo moderno e particolarmente dall'École de Barbizon. In questo dipinto dove forme e luce sono trattate in sé e per sé, il principio della coerenza dello stile è superato a vantaggio della messa in evidenza dell'ordine caotico della natura. Constable si allontana definitivamente da ogni riferimento a una luce convenzionale, alla maniera danese o romana, per glorificare questa luce umida, propria del patrimonio pittorico inglese ed arricchirla tramite macchie di un verde denso che ritma altrettanto bene il movimento degli alberi che quello dei prati.
La serenità del paesaggio la ritroviamo anche nel profilo delle nuvole che, come di cotone, interrompono, morbide, l'azzurro del cielo che sprofonda dietro il rosso delle case e il verde luminoso degli alberi.
"Lo scroscio dell'acqua che precipita dalle dighe dei mulini..., i salici, i vecchi legni imputriditi, i pali melmosi, le costruzioni di mattoni... Queste cose mi sono tutte care... Finché dipingerò non cesserò mai di dipingere questi luoghi. La pittura per me è sinonimo di sentimento". (Da una lettera a Fisher, un amico ecclesiastico, del 1821).
INTERPRETAZIONE CRITICA: Il mulino di Flatford di Constable, nella sua commovente realizzazione, rappresenta un po' la somma, l'insieme di tutte le ricerche antecedenti anche se lascia ancora a desiderare per quanto riguarda l'unità compositiva. Il soggetto, noto, ricalca uno di quelli che siamo abituati a vedere tra le opere formative del pittore e il colore, esasperato, è sempre puro nel tentativo di rispecchiare la realtà. Eppure, l'eccessiva attenzione dedicata ai particolari, così come un primo tentativo di ingigantire la tela, finiscono sia per destabilizzare l'ordine prospettico dei piani, sia per non definire pienamente l'equilibrio sintattico del quadro.
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